Maurizio Mucci Architect


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ex ENEL

L'area [110000 mq] risulta in forte stato di abbandono. Il suolo risulta fortemente compromesso dall'attività della centrale stessa con contaminazione da carbon fossile, oli esausti e probabile presenza di polveri di amianto. Ne consegue che la fattibilità dell'intervento è strettamente legata ad una operazione di bonifica e di risanamento ambientale. Il complesso dell'ex-centrale termoelettrica Enel di Santa Caterina con i suoi nove fabbricati annessi destinati ad uso di depositi, magazzini, officine, avente un volume di 112460 mc, è stato dismesso definitivamente all'inizio degli anni '80.
Dopo un’attenta valutazione condotta sulle possibili soluzioni da adottare in merito all’ex-centrale dell’enel, si è arrivati alla conclusione che l’edificio, pur costituendo elemento di riconoscibilità e dunque quasi carattere identitario per il luogo, non possiede in sé elevate caratteristiche qualitative ed estetiche tali da giustificare un forzato riadattamento a funzioni turistico-recettive che risultano essere primo strumento di rilancio economico ed occupazionale sul territorio.
La scelta di proporre una nuova riconfigurazione invece di optare per un'operazione di riconversione funzionale del corpo di fabbrica della centrale termoelettrica deriva dalle sue caratteristiche spaziali che risultano pressoché poco compatibili con le nuove funzioni ricettive-alberghiere:
I grandi spazi introversi delle enormi navate interne richiederebbero un quantitativo energetico oneroso e poco compatibile con il principio di ridurre al minimo l'impatto ambientale attraverso l'utilizzo di energie rinnovabili e di edilizia passiva;
la riconversione funzionale deve tener conto anche degli attuali standard di sicurezza e di igiene: in particolare modo legati alle necessarie opere di bonifica; ne consegue che il principale pericolo è quello di “museificare” l'area compromettendo le reali capacità ricettive dell'intervento.




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